Relazioni che ci danneggiano e relazioni che ci migliorano

 A cura del Prof. Emilio Esposito/Teologo docente /Formatore professionista A.I.F. (Area delle professioni sociali ) – Counselor Sistemico Relazionale- Esperto nei processi formativi per il Terzo settore, in  Biodiscipline –  Logoterapia / Naturopata / Maestro Shiatsu.

La relazione  non è qualcosa di concreto, bensì un legame che connette tra loro le persone, creando vincoli più o meno stabili, sebbene esistenti “solo” nella testa di chi li pensa.

Il legame che mette in rapporto le persone, infatti, non è visibile in sé, né delimitato nello spazio, né collocabile in uno spazio. La relazione è  nel modo caratteristico in cui quelle due persone parlano e agiscono reciprocamente. Ovvero, la sede della relazione non è nello spazio fisico in cui vivono le persone, bensì nei pensieri, nelle aspettative, nei riti che legano quelle specifiche persone.

 

Relazioni che ci danneggiano: personalità oppositive

Nella vita relazionale si presentano frequentemente delle provocazioni, che definiamo “attentati ai sentimenti”, che hanno il potere di ferire la persona o di riaprire in lei vecchie ferite.

Proprio per timore di quegli attentati, involontari o volontari che siano, fin dall’infanzia la persona impara a proteggersi, costruendo intorno al suo nucleo più vulnerabile muri  di difese più o meno funzionali.

La funzionalità delle difese è data dal tipo di relazione che intercorre, dal momento di vita che la persona sta vivendo, dal significato emotivo che la relazione vissuta ha per chi la vive.

Infatti, se può avere senso difendersi dalle seduzioni di un estraneo, più difficile e disfunzionale risulta non lasciarsi andare al gioco seduttivo della persona amata per un eccessivo timore di essere feriti o abbandonati.

Oltre a ciò, esistono periodi della vita in cui le risorse relazionali ed emotive sono molte e si può anche rischiare di essere feriti e altri periodi in cui, magari in seguito a un lutto o a un abbandono, si è estremamente sensibili ed è necessario proteggersi con maggiore accuratezza.

Laddove le difese non sono efficaci, le ferite vanno via via accumulandosi e formano nodi cicatriziali di natura emozionale, che si frappongono tra la parte più intima della persona e il mondo, creando una distanza talvolta incolmabile.

E’ per questa ragione che gli adulti, avendo accumulato esperienze negative, sono più cauti e intenzionali nell’instaurare relazioni.

Le difficoltà relazionali maggiori  insorgono quando si instaura  una relazione con persone, che hanno modelli di vita e di valori che sentiamo opposti ai nostri, ovvero minacciosi per la stabilità del nostro nucleo intimo.

Tuttavia, il problema più grande nella relazione si pone quando si incontrano persone che manipolano, o istigano, o intimidiscono, o opprimono, o seducono, o imbrogliano, o provocano.

In queste relazioni la persona si può sentire bloccata,, o squalificata, o può sentire che ciò che vive è proprio uguale a ciò che altre volte ha già vissuto, o può ritrovare nell’altro modalità di cui a fatica cerca di liberarsi.

Soprattutto la relazione può divenire conflittuale quando le modalità relazionali dell’altro sono sistematicamente opposte e rendono difficile creare una piattaforma di comprensione reciproca,. Nel caso in cui, infatti, tra gli interlocutori non si trovi il modo di accettare il rispettivo punto di vista, il rapporto si blocca.

Per verificare se la relazione in corso è potenzialmente distruttiva è sufficiente valutare se presenta momenti di indifferenza reciproca, litigi,astenia, rigidità,dipendenza, condizionamenti reciproci, vacuità espressiva,silenzi taglienti, incapacità di distanza o desiderio di distanza, frequenti episodi di disturbi fisici imputabili a somatizzazione del disagio, ecc.

Scoprire la ragione dell’opposizione conduce ad una chiara diagnosi delle tensioni ed alla prevenzione del processo che conduce al conflitto.

Ove il conflitto sia già esplicito, spesso i contendenti simulano interesse a risolverlo, mettendo in atto strategie che esasperano ulteriormente l’altro, , divenendo trappole relazionali.

Nel caso si voglia assolutamente continuare la relazione, sebbene oppositiva, l’unico strumento possibile per trasformare la conflittualità è il rispetto per l’avversario, che si traduce nell’unica forma di amore possibile, in certi casi, ovvero la decisione di mantenersi alla giusta distanza, accettando i confini imposti dalla necessità di evitare ulteriori scontri e ulteriore sofferenza.

Ovvero, per vivere accanto al nemico, è INDISPENSABILE delimitare i rispettivi territori d’azione e non oltrepassarli.

Questo è l’unico modo per convivere tra opposti ed è l’unico indice per valutare l’effettiva volontà di evitare di danneggiare l’altro.

Inoltre, questa è l’unica strategia efficace per bloccare le manipolazioni nelle relazioni di equivoco,le intimidazioni e le provocazioni nell’insofferenza, le squalifiche nella delusione, il disturbo nel logoramento, la demotivazione nell’evitamento, l’istigazione nel fastidio, la seduzione nell’incomprensione.

OPPOSIZIONI

INSOFFERENZA: si verifica quando due o più persone oppongono costrutti articolati di comportamento. Ad esempio uno è ordinato, preciso, metodico, ripetitivo, l’altro è confusionario, vago, innovativo e creativo. L’insofferenza si manifesta nei continui litigi e nella violenza verbale reciproca.

DELUSIONE: si impianta stabilmente quando due persone avevano interpretato, illudendosi, il comportamento dell’altro in sintonia con le proprie aspettative. La delusione può manifestarsi improvvisamente, a seguito di un tradimento o di un inganno, che sono l’indice che essa già c’era.

LOGORAMENTO: è frutto di una relazione che, a fronte di attese diverse dal solito menage, si esprime in una sequenza di manifestazioni effusive estemporanee, appariscenti ed estetizzanti, “sopra le righe”, ma poco chiare e troppo superficiali per essere intime.

In genere, nasconde l’INDIFFERENZA DEI SEPARATI IN CASA

EVITAMENTO: la differenza tra sensibilità ed emotività consiste nella diversa profondità interiore raggiunta da un vissuto. La persona sensibile viene invasa dalle emozioni che sperimenta, la persona emotiva reagisce con immediatezza nel suo comportamento .Così imparano ad evitarsi, perché il sensibile viene troppo ferito dall’emotivo.

FASTIDIO: è la percezione di gesti, modi di fare, odori, rumori, sapori, immagini emanati da una persona nei confronti della quale si ha una reattività di rifiuto “a pelle”. Si accompagna con forme di rassegnazione o di sopportazione dell’altro. Il fastidio è RIFIUTO

INCOMPRENSIONE: è l’incapacità di trovare il senso del comportamento che l’altro mette in atto. Sebbene sia chiaro ed evidente ciò che l’altro fa e perchè lo fa, i membri della coppia non ne condividono il senso. Ciascuno non capisce come mai l’altro non capisce.

EQUIVOCO: c’è equivocità nei comportamenti di due persone quando le azioni non sono sinergiche ed orientate allo stesso fine o, se orientate allo stesso fine, sono svolte in modi e tempi diversi. Non c’è intesa nella realizzazione di attività ed impegni .