Video Storytelling (narrativa) Metodologia

Una ricerca a cura di Emilio Esposito
Docente / Teologo / Counselor Sistemico Relazionale /
Formatore A.I.F. / Naturopata / Maestro Shiatsu/Esperto in Biodiscipline e Logoterapia

 

 

Video Storytelling (narrativa):

Lo storytelling è l’atto del narrare, disciplina che usa i principi della retorica e della narratologia.
Vi sono uno storytelling letterario,
uno storytelling audiovisivo, ed uno anche solo verbale.
Non è da confondersi con lo storytelling management per promuovere e posizionare prodotti
o idee.

Pedagogia

Tra le applicazioni più importanti
dello Storytelling c’è la Pedagogia.
Il ricorso a storie può essere infatti
di facile comprensione per l’apprendimento del bambino.
Nei libri scolastici delle scuole elementari infatti, per rendere semplice un concetto si ricorre ad una storia o a dei personaggi.

Una tecnica simile è utilizzata anche nei corsi di lingue, molti sono organizzati con dei personaggi, che tramite un dialogo o un testo mostrano un aspetto della lingua.

La metodologia dello storytelling consiste nell’uso di procedure narrative al fine di promuovere
meglio valori, idee ed è incentrato
sulle dinamiche di influenzamento sociale.
La narrazione ha un potenziale pedagogico e didattico, dalla quale possiamo trarne peculiarità educative e formative intendendole sia come strumento di comunicazione delle esperienze, sia come strumento riflessivo per la costruzione di significati interpretativi della realtà.

Dare rilievo alla narrazione, ai racconti dei soggetti che vengono coinvolti nei processi educativi e formativi, rappresenta la svolta epistemologica sia per leggere fenomeni e processi (narrazione come strumento di ricerca), sia per produrre azioni e cambiamenti intenzionali (narrazione come strategia didattica).

La narrazione è uno strumento per penetrare in profondità nelle cause e nelle ragioni di eventi, i particolari che vengono raccontati costruiscono una storia, diventano reali e determinano la storia stessa.

Questa metodologia è una risorsa sia per l’educazione, sia per la formazione, promuove uno sviluppo generativo tra l’esperienza, l’osservazione della stessa e le intuizioni che ne derivano.

Lo storytelling è fondamentale in diversi contesti educativi e formativi con la prospettiva di life-long learning, sia in termini cognitivi che educativi. L’elemento autobiografico nello storytelling è fondamentale perché la realtà diventa una presupposizione, un indizio, una narrazione appunto che corrisponde ad un’interpretazione soggettiva.

Storytelling in campo educativo

Fin dall’infanzia lo storytelling contribuisce in maniera notevole all’alfabetizzazione, in quanto è proprio la contestualizzazione di tale processo entro il quadro della narrazione che facilita la costruzione di senso intorno all’apprendimento complesso della scrittura e della lettura.

Bisogna acquisire delle regole per comporre un testo. Il “raccontare” in forma narrativa strutturata permette
di creare le basi dell’alfabetizzazione, ovvero una prima costruzione di significati condivisi tra adulto e bambino.

È importante usare tale metodologia sin dalla prima scolarizzazione utilizzando i tipi di testualità adeguati al grado di alfabetizzazione dei bimbi.

Storytelling in campo formativo

Da alcuni anni la metodologia dello storytelling ha trovato spazio anche
nel campo della formazione degli adulti e dell’apprendimento a livello di istruzione superiore.

Mc Drury e Alterio[1] ci forniscono appunto interessanti argomentazioni in merito all’uso riflessivo sull’esperienza al fine di migliorare i processi di apprendimento.

Utilizzando il metodo di raccontare storie, diventa possibile situare l’apprendimento nei contesti significativi e promuovere processi dialogici di interazione riflessiva attraverso lo sviluppo di contesti collaborativi.

Finalità del video storytelling

È una metodologia che usa la narrazione come mezzo creato dalla mente per inquadrare gli eventi della realtà e spiegarli secondo una logica di senso.
L’atto del narrare, nello storytelling, si ritrova nell’esperienza umana e si può rappresentare in varie forme (individuali o collettive) che connettono pensiero e cultura.

Soprattutto le emozioni dell’uomo – attraverso la narrazione – trovano il mezzo più efficace di espressione.

Il pensiero narrativo possiede una molteplicità di significati, ma questi necessitano di essere tradotti, affinché si possano costruire una o più forma di comunicazione che siano rielaborate dai soggetti secondo i termini della narrazione.
Il discorso narrativo permette di rendere comprensibile, comunicabile
e ricordabile il vissuto.
Quindi, il pensiero narrativo organizza l’esperienza soggettiva e interpersonale; mentre il discorso narrativo rende possibile la riflessione.

Si tratta di un “processo interattivo” dal momento che il discorso narrativo rende possibili interpretazioni molteplici per tutti i soggetti che entrano in contatto con una certa storia.
Attraverso il “racconto di storie” noi cerchiamo di “mettere ordine” e di dare un senso attivo alle nostre caotiche esperienze quotidiane.

Il nostro “vissuto umano” prende forma, diviene comunicabile, comprensibile e può essere ricordato.
Con il raccontare si compie una sorta di “collegamento”, dalla duplice funzione:

Diretto all’interiorità: narrazione in funzione riflessiva;

Rivolto al contesto in cui si è immersi.

Il racconto di una storia implica sempre un “confronto dialogico”, rimanda
ad un ricordo (quindi un feedback, un vissuto esperienziale) e di conseguenza comporta una certa componente emotiva (sia essa positiva o negativa), che caratterizza la storia stessa.
La narrazione porta ad una riflessione che è riflessione dei contenuti, elaborazione di questi e soprattutto sviluppo dell’apprendimento.

Le storie persuadono: divengono sempre, o quasi, mezzo di condivisione; permettono di dare interpretazione della realtà anche in forma autobiografica.

Lo storytelling è un’arte e uno strumento per ritrarre eventi reali o fittizi attraverso parole, immagini, suoni.
È uno strumento naturale attraverso il quale può avvenire una forma di comunicazione efficace: coinvolge contenuti, emozioni, intenzionalità e i contesti.
La storia raccontata ha una connotazione emotiva e internazionale perché coinvolge delle persone e cerchiamo spontaneamente di dare un significato di ogni atto che vi viene descritto.
È inoltre attività collaborativa: c’è un narratore e un ascoltatore, infatti il cervello umano comprende con più facilità delle storie narrate che processi logico-matematici.

Raccontare storie è il miglior modo per trasferire conoscenza ed esperienza, persuadere, allineare, “formattare” le persone;
Esse hanno, insomma, un ruolo sostanziale e sono collegate a due metodologie: il metodo dei casi e il teatro d’impresa (per storie drammatizzate).
Nella formazione il caso di studio può essere utilmente tratto dall’esperienza del discente, cioè auto-casi come forma di storytelling da cui trarre insegnamenti.

La storia serve soprattutto per situare l’apprendimento in contesti significativi e sviluppare processi dialogici di interazione riflessiva, sono racconti influenzanti in cui vari pubblici possono riconoscersi.

Per un’impresa, la storia ha una “missione” molto importante: saper gestire al meglio il cambiamento culturale e organizzativo, raccontarlo con nuovi codici e stili linguistici con i seguenti obiettivi:

  • dare senso alle azioni della realtà organizzativa quotidiana
    (altrimenti vuota e priva di spinta motivazionale);
  • creare identità (collettiva o individuale) che permette di riconoscersi nella vita e sul lavoro mantenere la memoria (collettiva o individuale) garantendo continuità di saperi e orientamento dei comportamenti;
  • orientare l’opinione del sociale d’impresa con storie che fanno ridere, piangere, paura,..attraverso l’identificazione e la proiezione
  • costruire e presidiare una cultura fatta di valori e atteggiamenti che poi si riverberano nel quotidiano;
  • sostenere nella progettazione del futuro, che per essere realizzato
    deve anche essere ripetuto,ri-raccontato,veduto più volte a noi e agli altri;
  • comunicazione di progetti/attività
    in modo più efficace esposizione di problemi cui trovare una soluzione
    comunicazione della vision aziendale.

Nell’azienda saper comunicare correttamente è importante dal punto di vista umano ai fini della produttività e del successo dell’azienda stessa, e in termini di clima e collaborazione per evitare perdite di tempo e denaro dovute per esempio alla poca chiarezza e alla sbagliata condivisione dei messaggi interni che talvolta possono creare conflitti e improduttività.

Gli interlocutori d’impresa possono essere interni od esterni e in base a
ciò si producono tuttavia tipologie di storytelling con caratteristiche differenti.

Se i destinatari sono interni (dipendenti o manager) lo storytelling tende a:

  • informare, di solito su politiche e prassi da seguire circa lavoro da svolgere motivare, tendenzialmente per accettare nuovi cambiamenti
  • orientare/persuadere, generalmente all’assunzione di determinati standard di comportamento promuovere, molto spesso servizi interni;
  • Se i soggetti di riferimento sono clienti o figure esterne all’azienda lo storytelling è volto più a:convincere a comprare i prodotti e/o servizi facendo leva su razionalità e logica;
  • enfatizzare le componenti emozionali di prodotti e servizi;
  • persuadere nella legittimazione dei propri valori ideali;

 

Come si sviluppa lo storytelling

Lo storytelling si sviluppa a partire dall’assunzione di due principi fondamentali: l’organizzazione delle esperienze umane che avviene grazie ai racconti e alla narrazione.

E un processo che dota le persone di una sensibilità culturale che li mette in grado di attivare processi riflessivi e formativi, soprattutto nei gruppi.

Il modo attraverso cui questi racconti vengono condivisi è il “discorso narrativo”, traduzione del “pensiero narrativo” di cui tutte le persone sono dotate.

Il discorso narrativo, per essere efficace, deve possedere alcune caratteristiche specifiche: – sequenzialità narrativa (l’ordine dato
in un racconto può non riflettere lo svolgersi cronologico dei fatti reali, né la contingenza delle relazioni causa-effetto);

  • – particolarità (evidenziare dettagli che nella realtà potrebbero apparire poco o non significativi);
  • – intenzionalità; – verosimiglianza (percezione che l’ascoltatore deve avere riguardo alla storia); –
  • – componibilità (intreccio tra le varie parti del della narrazione e il suo insieme);
    – referenzialità (si riferisce a quanto la storia possa essere plausibile);
  • – appartenenza a un genere (devono essere ben identificabili sia la fabula che l’intreccio).

Il discorso narrativo può esplicitarsi in varie modalità: orale, scritta, mediata.

Il metodo più efficace sembra essere quello orale tuttavia anche gli altri due metodi si stanno rivelando fruttuosi. Il testo scritto si caratterizza soprattutto per due elementi: temporalità degli eventi e causalità della concatenazione dei fatti.
Aspetto fondamentale della narrazione dei racconti è l’interpretazione: l’utilità del raccontare storie ed ascoltarle sta nel momento in cui viene superato lo scenario dell’azione (quadro narrativo entro cui si dipana la storia) per integrarlo con lo scenario della conoscenza (insieme degli stati interni e dei punti di vista dei personaggi).

Il nocciolo dello storytelling infatti sta nella correlazione che si instaura nella rappresentazione narrativa della realtà tra i processi di interpretazione, quelli di proiezione e quelli di riflessione.

Da qui si sviluppa la metodologia dello storytelling, di cui l’idea di base nel suo utilizzo è lo sviluppo dell’apprendimento riflessivo (reflective learning).
Essa è definita per fasi nella sua realizzazione:

  • – scelta della finalità e del target, (ossia definizione di quello che si vuole comunicare e a chi);
  • – definizione dei tempi, della disponibilità delle persone coinvolte ed eventuale possibilità di lavoro di gruppo;
  • – realizzazione (passa prima attraverso la scelta del genere e la stesura della sceneggiatura);
  • – feedback di valutazione da parte dell’audience.

Affinché uno storytelling possa dirsi efficace è necessario che la narrazione abbia una struttura interna familiare a chi la vedrà, in cui si possa identificare e in cui eventi e personaggi assumano un ruolo chiaro; è poi essenziale la presenza di fattori che la rendano personale e possano suscitare delle emozioni.
Joe Lambert a tal proposito individua sette elementi che aiutano in un approccio personale allo storytelling: punto di vista personale, una struttura della narrazione che sorprenda domande e fornendo risposte non banali, inserimento di contenuti emotivi e coinvolgenti, un’efficace economia della narrazione (si può dire molto con poco), un ritmo adeguato alle modalità narrative.
La storia non deve necessariamente avere un lieto fine, invece elemento importante e che accresce l’attenzione nell’utente è la rielabora