Diverse tipologie di gruppo

Ricerca a cura del prof. Emilio Esposito / Formatore A.I.F. (Area delle Professioni Sociali / Mentor / Counselor Sistemico Relazionale Familiare/ Naturopata / Maestro Shiatsu /Esperto in Biodiscipline e Logoterapia

IL GRUPPO DI INCONTRO

  1. IL CONDUTTORE DEL GRUPPO E’ COME IL PORTIERE DI UNA SQUADRA DI CALCIO
  2. a) La capacità relazionale: il mondo della vita e il conteggio delle amicizie b) Paciere, mediatore o sensale. L’invisibilità e la capacità di mettere in contatto (posti a tavola)
  3. LA CORNICE
  4. a) Il cerchio ed i suoi confini b) La cornice e il senso del gruppo: far guardare negli occhi tutti i membri del gruppo (il brindisi) c) L’accoglienza
  5. IL SILENZIO
  6. a) La voce dell’Io. saper tacere, sapersi ascoltare b) L’onda del silenzio c) Usare il silenzio nel gruppo
  7. METTERSI IN GIOCO, RACCONTARE LA VITA
  8. a) La presentazione e la memorizzazione dei nomi b) La dichiarazione di sè del conduttore del concreto momento che vive e la sua interpretazione nel linguaggio delle tipologie del disagio
  9. DARE SPAZIO ALL’EVENTO DELL’INCONTRO
  10. a) Osservazione delle sequenze (contare quando arrivano a cinque) b) Quando prende corpo un’emozione? c) Cosa regalo a quella persona ?
  11. ASCOLTO EMPATICO
  12. a) L’ascolto empatico dei movimenti dell’Io: che sapore ha quella persona? b) Saper reggere (esercizio del grissino= i miei sentimenti fanno rumore dentro di me)
  13. CLIMA RAREFATTO E SENTIMENTI IMPALPABILI
  14. a) Non dare indicazioni se non quella di sentire la presenza degli altri b) Imparare ad accendersi ed a spegnersi
  15. IL SENSO DEL LIMITE
  16. a) Non siamo tenuti ad avere tutte le risposte ma ad essere persone a cui si possono fare tutte le domande b) Cosa vuol dire “amare ?” se non ”dare il meglio di sé”. Quando una persona da’ il meglio di sé non chiede nulla in cambio ma desidera essere accettato. L’altro può accettare o respingere ma non squalificare.
  17. IL TEMPO: NON PIU’ DI UN’ORA
  18. a) Se ciascuno dei 12 partecipanti parla per 5 minuti il gruppo dura un’ora b) Se il numero dei partecipanti aumenta (si raccomanda non più di 15) il tempo del gruppo si allunga c) Se il gruppo lavora in intensiva ogni ora (massimo un’ora e mezza) si sospende; i partecipanti fanno altro ed alla ripresa si rifà il silenzio d) Quando si può andare via dal gruppo? (non dopo un invisibile o un adesivo) e) Nel corso della riunione di gruppo si deve sentire la voce di TUTTI i partecipanti (se qualcuno non vuole parlare deve dichiararlo, anche solo con tre parole, ad alta voce)
  19. IL FUTURO DEL GRUPPO: QUESTI GRUPPI NON SERVONO A NIENTE
  20. a) Il ciclo di vita del gruppo (Ascolto: da tre a sei incontri. Empatia e condivisione: da tre/sei a otto/12 incontri. Operatività: da otto/12i a 16/20..) b) L’esperienza del gruppo di incontro a scopo esperienziale può limitarsi a otto incontri: i membri sono capaci a sciogliersi ed a tenersi insieme. c) Esperienze intensive: interguppi e brevi maratone. Più è alto il numero e più può crescere l’emozionalità

IL GRUPPO DI LAVORO

  1. IL CONDUTTORE DEL GRUPPO E’ SEMPRE IN EVIDENZA

a)Trainer (iniziativa) e cotrainer (ascolto in ombra) possono essere eletti b) l’obiettivo del gruppo è l’azione non la discussione, si possono organizzare solo le questioni in cui c’è già una piattaforma comune c) il gruppo di lavoro inizia sempre con una  relazione e con l’o.d.g.

  1. LA CORNICE
  2. a) Il gruppo di lavoro deve essere difeso dai demotivatori. Ogni riunione deve essere preparata con almeno due strategie di cornice alternative b) La cornice del gruppo varia in funzione dell’unità di intenti c) basta un demotivatore per far sgonfiare la pressione operativa
  3. L’UNITA’
  4. a) Il gruppo di lavoro deve essere preceduto da unità di gruppo di discussione, comunicazione e formazione b) un gruppo di lavoro si sfalda quando non c’è unità di intenti, si trasforma in gruppo di discussione e differenzia gli interventi (politica) c) tanto più la discussione è accesa, tanto più deve essere formalmente verbalizzata in modo puntuale ma “incolore”
  5. OBIETTIVI E PARTECIPAZIONE
  6. a) Non può esserci partecipazione se non vi è incertezza rispetto all’esito b) su ogni singolo punto è necessario si attui un giro di opinioni
  7. DIVISIONE DEI COMPITI

a)Un gruppo di lavoro che non divida i compiti è un gruppo fallito b) ogni compito (lavoro) contiene sforzo di automotivazione, impegno responsabile e fatica da sopportare produce ricavi oggettivabili, ricavi di autostima e ricavi di immagine c) il ricavo del gruppo non può prescindere dai ricavi di ogni singola  persona

  1. VERIFICA DEL LAVORO
  2. a) La verifica non è un processo formale, se viene impostata in tal modo diventa persecutoria b) la prima verifica è “il clima” del gruppo di lavoro che esprime il gradimento dei risultati ottenuti c) la verifica è innanzitutto comunicazione del lavoro fatto e socializzazione dei risultati d)evitare i capri espiatori interni
  3. DISTRIBUZIONE DELLE GRATIFICAZIONI E DELLE RICOMPENSE
  4. a) Il gruppo di lavoro non è il luogo della critica ma quello dell’emersione delle ricompense estrinseche ed intrinseche b) il brain storming può essere usato per gestire i fallimenti c) al termine il conduttore chiude registrando ciò che nel fallimento vi è di positivo
  5. IL TEMPO
  6. a) I momenti di gruppo di lavoro debbono essere brevi b) se la discussione e la divisione dei compiti su un singolo punto ha oltrepassato la mezz’ora il gruppo fa una pausa di rilassamento SMANTELLAMENTO DEL GRUPPO
  7. a) Il gruppo di lavoro non è mai una struttura stabile, esso è sempre costituito per la realizzazione di uno o più compiti b) il conduttore deve anticipare la chiusura dei rapporti e smantellare il gruppo prima del suo irrigidimento, mettendo in evidenza le relazioni positive ed operative ancora esistenti c) saper dare tagli netti
  8. RICOSTRUZIONE DEL GRUPPO
  9. a) I cicli di vita del gruppo sono plurimi e per ciascuno è necessaria l’animazione e la motivazione b) la motivazione è l’innalzamento dell’energia gruppale

    IL GRUPPO DI FORMAZIONE

  1. IL CONDUTTORE E’ ESTERNO AL GRUPPO

a)Il compito del conduttore è quello di aumentare la discussione, la comunicazione e l’apprendimento dei partecipanti b) l’obiettivo del gruppo non è l’azione, la discussione interna non deve essere rivolta ad uno scopo c) si produce formazione solo se si attua il cambiamento del punto di vista dei partecipanti

  1. LA CORNICE

a)Il gruppo di formazione vive sulla comunanza dei bisogni formativi e di cambiamento dei partecipanti b) la cornice del gruppo varia in funzione della p. c. dei partecipanti

  1. IL CLIMA FORMATIVO

a)Il gruppo di formazione deve entrare in un clima di possibilità di cambiamento del punto di vista personale b) il gruppo si assesta su un clima medio possibile

  1. COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE

a)Non può esserci formazione senza ricognizione dei bisogni formativi anche attuata attraverso indicatori percettivi e dialogici b) la comunicazione può variare solo per sottogruppi

  1. L’INTERATTIVITA’ POSSIBILE

a)Un gruppo di formazione interagisce con il formatore e al suo interno con dinamiche diverse a seconda della p.c. dei partecipanti: la p.c. di controllo ha bisogno di dinamica di gruppo, la p.c. affiliativa di differenziazione, la p.c. di attivazione di orientamento e ristrutturazione reticolare interna, la p.c. fusionale di controllo e stabilità, la p.c. dissolvente di motivazione

  1. I PERCORSI PERSONALI E I PERCORSI DI GRUPPO
  2. a) Non c’è correlazione immediata tra gli uni e gli altri b) sono accomunabili e verificabili solo se la formazione è gestita con attivazione, affiliazione e controllo
  3. IL RISPECCHIAMENTO COLLETTIVO
  4. a) Gli esiti della formazione sono verificabili solo dopo la formazione b)e’ indispensabile favorire comunque il rispecchiamento mediante testimonianze personali
  5. IL TEMPO

a)Non ci sono regole generali per la gestione di processi formativi b) le regole valgono per i singoli itinerari c) ogni itinerario deve possedere una fase di p.c. di affiliazione (conoscenza tra i partecipanti ed emersione bisogni formativi = può essere facilmente utilizzato il gruppo di incontro), una fase di p.c. fusionale (mediante momenti di intensità emozionale) ed una fase di p.c. di differenziazione (per la gestione dello scioglimento dell’itinerario). All’interno dell’itinerario possono essere attuati gruppi di lavoro (p.c. di motivazione), momenti di p.c. di dissolvenza, momenti di p.c. organizzazione e controllo equilibrati da situazioni di amorfità.

  1. PROCESSUALITA’ FORMATIVA E DINAMICA DI GRUPPO
  2. a) Il gruppo di formazione cambia stadio mediante la dinamica di gruppo b) la dinamica fa diminuire il numero dei partecipanti c) i processi espansivi a cascata sono possibili costruendo per i partecipanti (o per gli utenti) p.c. adeguate ai bisogni
  3. FORMAZIONE E SERVIZI ALLE PERSONE
  4. a) La formazione è un servizio educativo alle persone che, contrariamente al counseling o alla psicoterapia (individuale e di gruppo) avviene all’interno di contesti esperienziali b) il servizio consiste nel favorire il processo permanente di allargamento del personale punto di vista sul mondo, sugli altri e sul sé