LE EMOZIONI : RISORSA O OSTACOLO PER UNA SODDISFACENTE QUALITA’ DELLA VITA?

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 A cura di Emilio Esposito –  docente – Formatore A.I.F. ( Area delle Professioni Sociali)

Counselor Sistemico Relazionale Familiare – Esperto in Biodiscipline e Logoterapia

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Le emozioni come risposte a stimoli interni ed esterni.

Le emozioni sono risposte dell’organismo a ciò che accade dentro o fuori di sé.

In quanto risposte a stimoli , di per sé, non possono essere definite buone o cattive: tutt’al più le possiamo definire gradevoli o sgradevoli.

Possiamo anche definire “funzionale” o disfunzionale” il modo con il quale le esprimiamo. La gamma delle emozioni sperimentabili dall’essere umano è pressoché infinita sia per intensità, sia per sfumature. Gli studiosi hanno ritenuto essenziale ricondurre tale molteplicità ad un numero gestibile tramite classificazioni di diversa natura, in modo da poterne studiare più efficacemente gli effetti

Così, i diversi approcci hanno suddiviso le emozioni in gruppi di tre,undici o ventisette.

Il Modello Transteorico definisce un gruppo di sette emozioni di base: paura, rabbia, distacco, piacere, quiete, vergogna, affetto. Secondo questo Modello, tutti gli esseri umani sperimentano tutte le emozioni di base fin dai primi mesi di vita.

Per esempio, la paura è il prodotto del dolore. La sensazione di dolore più comune nel neonato è quella legata allo svuotamento dell’intestino, che, in più, fa sentire il piccolo vulnerabile.

Esiste anche un’altra paura che può essere vissuta dal neonato e può renderlo insicuro, cioè l’imprevedibilità nelle abitudini della madre.

La rabbia nasce quando il neonato non vede esaudito un suo bisogno affettivo o di nutrimento.

Il distacco nasce quando il neonato comincia a capire che la madre è un oggetto separato da lui. Oppure quando sperimenta situazioni di sorpresa (come una porta che si chiude), o di disgusto (un sapore diverso dal latte materno.

Il piacere nasce dall’esperienza di fusionalità, di essere tutt’uno con la madre e si esprime nei sorrisi e nei gridolini di gioia.

La quiete nasce dall’assenza di qualsiasi bisogno o sensazione e viene vissuta dal neonato quando è appagato e tranquillo.

La vergogna nasce dalla sensazione di essere gettati nel mondo, di essere travolti da tutti gli stimoli esterni. Il bambino vuole ritrarsi, nascondersi, perché si sente incapace di gestire troppe cose tutte insieme.

L’attaccamento nasce dalla sensazione piacevole di essere oggetto di cura, di essere avvolto affettivamente e riconosciuto dalla madre.

Tale sensazione è tanto gradevole, che il piccolo può avere paura di perderla, cioè paura del dolore.

Le Emozioni nel Rapporto con gli altri, con il mondo e con il sé

Ogni essere umano sperimenta più frequentemente una delle sette (con le sue diverse intensità e sfumature), che si trasforma con il tempo in una personalità ben definita, peculiare di quell’individuo.

La personalità può subire delle modificazioni nel tempo; tuttavia, l’Emozione di base da cui si è originata può ridursi, non sparire del tutto, tranne nei casi di eventi fortemente traumatici o di malattie neurologiche gravi.

Il profilo di personalità deriva, dunque, da un sottofondo emozionale caratteristico di quella persona e determina una serie di strategie comportamentali ad essa congeniali.

Peraltro, nelle strutture di personalità sane queste strategie comportamentali sono sufficientemente flessibili da adattarsi al contesto, in modo funzionale.

Paura – Avaro – Responsabilità

Dall’Emozione della Paura deriva la personalità dell’Avaro, che si esprime attraverso un rassicurante senso di responsabilità.

L’Avaro è preciso e meticoloso; cerca di avere il massimo controllo sulla realtà circostante a causa della costante preoccupazione di non essere in grado di risolvere gli imprevisti e di non avere sufficienti difese per proteggersi.

E’ un brontolone, che preferisce star fermo, piuttosto che sbagliare.

Ogni attività gli costa una gran fatica, dal momento che ha paura di essere criticato, anche quando ha svolto ogni azione in modo accurato. Nonostante la sua costante ansia, può apparire equilibrato e controllato, in grado di gestire ogni situazione, anche se teso e contratto.

Difficilmente sbaglia; ma quando accade, è sempre a causa della sua paura di commettere errori.

Nella forma matura è una persona responsabile, affidabile, che sa prendersi cura, anche se rischia di non saper esprimere le proprie emozioni.

Nella forma non evoluta l’Avaro è la persona ansiosa, che a causa dell’ansia rimane bloccata sulle stesse cose per anni.

E’ la signora che continua ossessivamente a spolverare la casa, anche quando è lucida e pulita.

E’ il capoufficio che sbraita continuamente, perché gli altri non fanno quello che dice lui.

E’ l’amico che c’è sempre per risolvere un problema, ma che per organizzare un qualsiasi evento deve programmarlo in anticipo e nei minimi dettagli per cercare di gestire l’ansia.

E’ la madre che costantemente previene ogni pericolo per i suoi bambini, temendo che si facciano male o che si ammalino.

E’ il trentenne fissato con l’alimentazione biologica, che cerca ossessivamente di mantenere il suo corpo sano attraverso   controllo e autodisciplina, come per esorcizzare rischi di esplosioni emozionali e/o disturbi fisici.

Ovvero, il tipo ansioso dà a se stesso e agli altri molte regole. Per tale ragione può essere un padre responsabile che sa rimproverare efficacemente, ma che poco si interessa della felicità dei figli.

Può essere un capo estremamente efficiente e organizzato, che fonda la sua leadership sul timore e l’autorità, più che sull’autorevolezza, ma che c’è sempre per affrontare problemi e trovare soluzioni.

Per tutte queste ragioni, la persona in cui prevale l’emozione dell’ansia dovrebbe imparare ad assaporare il gusto della quiete e del rilassamento e il piacere dell’azione libera, senza regole e senza scopo, del divertimento e dell’ozio.

Aggressività – Ruminante – Giustizia

Dalla Emozione di base dell’aggressività prende forma la personalità del Ruminante,caratterizzato da uno Stile Comunicativo carico di Energia.

E’ il tipo che ribolle costantemente,che è iperattivo e sa faticare per ciò che vuole ottenere. Gran lavoratore, è potente e riesce ad attivare gli altri con la sua energia; è forte e resistente.

Quando è maturo, la sua personalità è contraddistinta dalla tensione protettiva, dal desiderio di giustizia, dalla carica interiore, dall’impegno, dalla motivazione al lavoro   e dal coraggio. Tuttavia, anche in questo caso si sdegna e si irrita facilmente e facilmente esplode in crisi di rabbia.

Se non ha imparato a gestire la sua carica interna, diventa aggressivo e violento, paranoico,oppure depresso, quando scarica contro se stesso la rabbia fino all’autodistruzione.

E’ un capo Pragmatico, deciso e istintivo, netto e determinato, instancabile. Trascina il suo team nelle imprese e svolge la funzione di rompighiaccio, instillando nel gruppo coraggio e fiducia per l’impresa. Difende il gruppo con forza e, nelle degenerazioni, può assumere uno stile intimidatorio. E’ una modalità di leadership essenziale, nel momento in cui parte un’azienda o un progetto, perché non cede a temporeggiamenti o indecisioni.

In famiglia questa persona incoraggia tutti nei momenti di crisi, dà energia, ma accende anche la tensione e l’ansia degli altri; può diventare prepotente e pericoloso, se non si riesce a tranquillizzarlo.

Facilmente si impegna nell’attività sindacale o nelle organizzazioni di impegno sociale e lotta costantemente in difesa della giustizia. Oppure, se non è maturo, fomenta gli animi e provoca solo per provocare.

Leader nel gruppo di amici, è quello che protegge il più debole dagli attacchi degli altri.

La persona in cui prevale l’emozione dell’aggressività dovrebbe imparare

a dare un’armonia e un ritmo alla tensione interna, in modo che non esca come un uragano, ma solo come una pioggerellina, dove serve.

E’, infatti, importante che questo tipo impari a spegnersi, per trovare momenti di pace e per dare alle sue azioni una mira più accurata.

Distacco – Delirante – Libertà

Dall’emozione del Distacco prende forma la personalità del Delirante, che si esprime attraverso la libertà e l’estrema capacità di autodeterminazione, che può arrivare fino all’eremitaggio o all’emarginazione sociale.

Questa persona vive soprattutto nel pensiero, staccata com’è dal mondo delle relazioni e degli oggetti. Non riesce neanche ad avere un buon controllo sul suo corpo (che appare disarticolato), sui capelli (spesso scompigliati), sul suo non verbale (incoerente con il verbale).

Spesso lo spazio in cui si muove, è disordinato e caotico, pieno di cose diverse, a cui cambia destinazione d’uso a seconda delle esigenze.

Nella sua forma evoluta il Delirante è una persona libera, autosufficiente, capace di gestire la propria solitudine, dotato di un buon livello di autostima ed estremamente acuto , creativo e originale.

Nella sua forma immatura questa persona si contraddistingue per la facilità al disgusto, per lo snobismo, per l’emarginazione sociale,per la predisposizione al narcisismo e all’anoressia.

In famiglia il Delirante è quello creativo, che inventa sempre soluzioni nuove per le cose e se ne sta ore e ore nella sua stanza a smontare e rimontare oggetti, dimenticando anche di mangiare e dormire, se è intento a realizzare un’idea.

Sul luogo di lavoro è il grande innovatore, non sempre compreso, che ha difficoltà a comandare per la sua incapacità strategica, ma che eccelle nella creatività. Questo leader non sa condensare le energie del gruppo; si caratterizza per una visione inventiva e creativa del gruppo e delle attività, riflessiva nella comprensione , acuta e geniale nelle soluzioni. Fortemente innovativa e brillante, carismatica,è uno stile di Leadership decentrato sulle idee e sulla forza delle idee. Decisamente orientato verso la libertà, il Creativo non affida incarichi, ma raccoglie le libertà individuali, le riconosce e le potenzia. Per tali caratteristiche, è una Leadership che rischia di divenire dispersiva e troppo blanda, bersaglio di squalifiche interne ed esterne.

Nel gruppo di amici è l’anticonformista, solitario, riconosciuto da pochi come geniale e da molti come “strano”.

La persona in cui prevale la distanza emotiva ha necessità di essere abbracciata, alfine di contenere le parti continuamente disperse del suo Sé, costantemente attivato dall’attività mentale. Solo attraverso l’affettività questa persona può mettere i piedi per terra, acquisendo concretezza.

Piacere – Effervescente – Armonia

Dall’emozione del Piacere deriva la personalità dell’Emozionale, anche detto Effervescente, che ha uno Stile Comunicativo Coinvolgente.

Questo tipo è alla continua ricerca di emozioni intense,in un’oscillazione costante tra angoscia e piacere , orientato com’è verso l’armonia, la gioia.

Nella forma matura questa personalità si esprime con la generosità, con il carisma,con lo slancio e l’attrazione verso gli altri, la fantasia, l’entusiasmo e la felicità.

Nella forma immatura questa tipologia si esprime con narcisismo, incoerenza e volubilità, incontenibilità, scarsa capacità di concentrazione.

E’ necessario imporgli di fare una cosa alla volta e di portare a termine quello che ha cominciato. Inoltre, è utile insegnargli a gustare il sapore delle cose che sta facendo e a godersi la soddisfazione dei traguardi raggiunti.In famiglia questo tipo è un chiacchierone scanzonato e capriccioso, che conquista tutti, coinvolgendo nei suoi entusiasmi e nelle sue imprese, fino a rendersi conto, poi, che sono “cotte” passeggere.

Nel lavoro è il venditore per eccellenza, che persuade e convince, travolgendo in un assedio giocoso e solare clienti e colleghi. Può anche essere un buon capo, coinvolgente ed carismatico, sebbene rischi di essere incostante e scarsamente pragmatico.

E’ un genitore divertente e fusionale, che riempie la casa di amici e novità. Può, però, mancare di solidità e responsabilità a causa delle sue oscillazioni umorali e della sua incostanza.

Nel gruppo di amici incanta tutti e coinvolge, proponendo mille iniziative, di cui dimentica di seguire la realizzazione, perché attratto da altre. E’ il seduttore per eccellenza, che flirta con tutti, accendendo una scia di emozioni e, talvolta, illudendo anche se stesso.

La persona in cui la ricerca di piacere è predominante necessità di disciplina per dare sostanza al suo sé e alle sue emozioni, che rischiano di essere volatili .

La difficoltà di questa persona, infatti, consiste nella scarsa capacità di trasformare le emozioni in sentimenti: per questo deve dare stabilità alle sue azioni, riducendo l’intensità emotiva e aumentandone la durata. In tal modo può ridurre la superficialità a favore della concretezza.

Quiete – Apatico – Pace

La quiete è l’emozione che determina la personalità dell’Apatico, che è un tipo adattabile e accomodante, un saggio portatore di pace.

L’Apatico è il tipo flemmatico, , elegante, demotivato e indolente; può essere tanto pigro, da odiare i conflitti, solo perché lo agitano e disturbano la sua quiete

Il soggetto evoluto sa tranquillizzarsi e tranquillizzare, si rilassa e dona pace a se stesso e agli altri.

Nel soggetto immaturo c’è la fuga dagli impegni e dalla realtà attraverso l’incantamento,attraverso l’anestesia emozionale e l’indifferenza.

Il genitore apatico è rasserenante e scarsamente normativo e pretenzioso. Tende ad essere eccessivamente permissivo e poco stimolante.

Può essere tanto pigro da non coltivare i rapporti con gli altri e ha scarsa attitudine alla leadership. La pigrizia, tuttavia, è determinata da un pensiero eccessivamente frammentato, che porta la persona a perdersi nei mille rivoli degli ostacoli che si costruisce mentalmente.

Peraltro, l’apatico è colui che lavora serenamente in luoghi in cui è richiesta un’attività ripetitiva prolungata senza ritmi stressanti (mimi, giocolieri, infilatori di perline, catena di montaggio).

Nel gruppo di amici l’apatico è quello che non prende mai iniziative e si trascina nella compagnia, solo per non avere problemi con chi propone. E’ il tipo calmo, che gestisce bene le emergenze e tranquillizza in momenti di panico.

Mentre l’ansioso è estremamente accurato nell’abbigliamento che usa come corazza, il ruminante predilige la comodità, il delirante l’eccentricità e l’effervescente ciò che è vistoso, l’apatico può apparire poco curato, o al contrario, elegante nel vestire come lascivo nell’alimentazione.

La persona in cui prevale la quiete non va assecondata, bensì costantemente stimolata: va incoraggiata al raggiungimento progressivo di un traguardo alla volta e necessita di gratificazioni costanti, per non scivolare nel torpore e nella pigrizia. Questa persona deve anche essere rimproverata seriamente se la sua inattività a prodotto conseguenze gravi per se stessa o per gli altri.

Vergogna – Invisibile – Sensibilità

Dall’Emozione di base della Vergogna si forma la personalità dell’Invisibile, che si esprime attraverso l’empatia e l’umiltà.

L’invisibile è un introverso che non riesce a gestire la sua sensibilità perché i significati , che dà alle cose che succedono, sono troppo carichi di simboli inquietanti. Per questo si sente piccolo e indifeso, inferiore agli altri e incapace, inutile e intrappolato nella vergogna o nel panico.

La sua sensibilità lo può condurre a vissuti di chiusura e timidezza estreme, nei quali rischia di rimanere intrappolato. In famiglia questo tipo è il Sensibile, in genere il secondogenito. Cresciuto all’ombra di qualcun altro, sa stare in disparte e quasi non ci si accorge della sua presenza. Tuttavia, ha una grande capacità di sacrificio, comprende le esigenze altrui senza che vengano espresse e cerca di esaudire i desideri, senza mai rinfacciare ciò che fa.

In campo lavorativo la sua predisposizione all’ascolto empatico lo conduce verso attività nell’ambito sociale, in cui può aiutare rimanendo in disparte e, talvolta, continuando a svalutarsi tanto da auto-sabotare la sua carriera.

La leadership dell’invisibile è incentrata sulla libertà di azione per i componenti del gruppo, pur definendo obiettivi in cui canalizzare l’azione. Il capo sensibile sostiene il suo gruppo di lavoro e consente l’espressione delle individualità. Il leader invisibile sostiene il gruppo, avvertendo dei pericoli. Nondimeno, rischia di ottenere un basso consenso interno, o di diventare istigante e autodistruttivo, perché incapace di difendersi dalle oppressioni e dalle seduzioni. E’ un capo non direttivo con i suoi ma solidissimo nel relazionarsi all’esterno.

Infatti, questa persona, pur essendo timida, non è insicura. Sa esattamente ciò che vuole, tuttavia non ha il coraggio di prenderlo o teme di non essere adeguato all’obiettivo che si prefissa.

Peraltro, nel gruppo di amici, non sentendo il dovere verso gli altri, è quello che viene dimenticato, quello che ascolta in silenzio e , arrossendo o ridendo per l’imbarazzo, parla solo se espressamente consultato. E’ umile e mai appariscente, riservato e poco propenso alla promozione di sé.

La persona in cui la vergogna è l’emozione prevalente ha necessità di divenire più coraggiosa e intraprendente, per riuscire ad aumentare la propria autostima attraverso il raggiungimento di piccoli traguardi progressivi, ottenuti con disciplina e metodo, che tengano sotto controllo le sue inquietudini.

Amore- Adesivo – Fedeltà

L’Emozione dell’Attaccamento produce il tipo Adesivo. Questo tipo ha sempre bisogno di essere visto, guardato, riconosciuto. E’ quello che fa sempre i commentino al cinema o in classe; è il signore anziano che staziona sotto il palazzo e cerca di chiacchierare con chiunque gli capiti accanto.

E’ il tipo in soprappeso, perché mangia quando si sente triste. E’ un po’ maldestro, perché mette molta energia nel fare le cose, per conquistare l’amore altrui.

A questo tipo è mancato l’amore e lo cerca ovunque. La qualità principale di questa Tipologia di Personalità è la devozione, la fedeltà e la lealtà. Il limite consiste nel grande rischio di diventare dipendente.

In famiglia l’adesivo è l’esperto nella Socialità, quello che crea unione e fa ridere tutti, quando le cose si mettono male; è il tipo che ubbidisce, se questo gli può far ottenere attenzione e amore.

Nel lavoro , se opportunamente gratificato, diventa il dipendente fedele e devoto, che esegue gli ordini e non protesta, se non quando sente di essere stato tradito nella sua devozione.

Il capo adesivo incentra la sua leadership sulla relazionalità e i rapporti interpersonali.

L’obiettivo di tale leadership non è la gestione della produzione, dell’innovazione o della amministrazione, ma la direzione gruppale e l’unità interna. L’obiettivo è la valorizzazione dei comportamenti socio-solidali interni al gruppo o la collaborazione. Trasmette il senso di squadra; affilia i componenti del gruppo verso una dimensione affettiva, quasi familiare, riassorbendo intemperanze ed eccessi. E’ una guida che sa gratificare e riconoscere i meriti degli altri, disponibile e accogliente, ma può diventare anche manipolatorio e invischiante. Un esempio di Leadership affettiva è la maestra di scuola materna, che tende a creare legami e a sedare conflitti.

La Leadership materna quando sono rispettati i ruoli tradizionali,corrisponde a quella Affettiva Relazionale e sensibile, mentre quella paterna , magari anche consensuale, è più orientata verso il versante motivante organizzativo.

Nel gruppo di amici l’Adesivo è il clown, quello che si fa prendere in giro, per suscitare l’ilarità dei compagni. E’ quello che abbraccia tutti e cerca il contatto corporeo nel parlare può diventare il gregario nelle bande dei bulli, per ottenere il riconoscimento e l’ammirazione del leader.

La persona in cui l’emozione prevalente è l’amore ha necessità di imparare a volersi bene per bastarsi, per colmare il vuoto affettivo che tende a renderlo appiccicoso e possessivo, eccessivamente esclusivo nei rapporti.