A cura del prof. Emilio Esposito
Abstract :
A cura del Prof. Emilio Esposito Docente di Religione liceo scientifico/ e sezione Carceraria/ Formatore Area delle Professioni Sociali/ Formed – VdS C.R.I. / Consulente per il Terzo Settore (Welfare) /Componente Centro Studi e Osservatorio Permanente sul Disagio Giovanile Comune di Mercato S. Severino. Servitore Insegnante Scuola Alcologica Territoriale – AICAT/ARCAT/APCAT/ Volontario Ambulatorio Dipendenze ASL Sa distretto 67-/ Responsabile Sportello Sociale C.R.I. (Delegato ASA ( Attività Sociali).Esperto in Biodiscipline e Bioenergetica/Libero Docente UTE/ Università per la Terza Età. Counselor.Esperto in Logoterapia.
Si parla in termini generali di fobia quando si ha un timore sproporzionato rispetto alle circostanze e in assenza di un reale pericolo. Il soggetto è di solito consapevole dell’irrazionalità dei propri timori, ma continua a provare angoscia. Secondo la classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (ICD-10) la fobia sociale é centrata sulla paura di essere giudicati dagli altri (specialmente se si é in piccoli gruppi), o di essere al centro dell’attenzione o di comportarsi in modo imbarazzante o umiliante.
Questa fobia può essere ristretta a quando si deve mangiare o parlare in pubblico, agli incontri con il sesso opposto, oppure a quasi tutte le situazioni sociali al di fuori del proprio cerchio familiare (forme generalizzate)
Il soggetto tende a rinunciare a tali rapporti sociali e la rinuncia può gradatamente estendersi a molte altre situazioni con la conseguenza di un quasi completo isolamento .
L’ ansia anticipatoria può presentarsi in questi soggetti pochi minuti prima o addirittura giorni e mesi dall’avvenimento critico. Pertanto il fobico sociale é essenzialmente un rinunciatario.
Il risultato di tutto ciò è che i soggetti che ne sono colpiti tendono a evitare tali situazioni o, se sono costretti ad affrontarle, sono colpiti da sintomi quali palpitazioni cardiache, fiato corto, tremori, arrossamenti, bocca secca, nausea, crampi allo stomaco, diarrea.
La fobia sociale compare, per la prima volta, soprattutto nei giovani, nel 95% dei casi prima dei venti anni di età, e, in media, fra i 15 e i 16 anni. Essa tende, poi, a cronicizzarsi o a riproporsi nell’età adulta.
La comparsa nell’età adolescenziale comporta devastanti problemi relativi allo sviluppo della personalità del giovane, condizionandone profondamente il futuro scolastico, professionale e sociale.
Nella maggioranza dei casi (circa l’80%) i sintomi della fobia sociale precedono altri tipi di disordini suggerendo che questa favorisca condizioni di comorbidità .Infatti é stato dimostrato che la fobia sociale é il disordine primario che ha preceduto:
- l’alcolismo (nel 85% dei casi).
- l’abuso di droghe (nel 77% dei casi)
- la depressione
Altri disturbi di comorbidità sono:
- fobia semplice (nel 59% dei casi)
- agorafobia (nel 45% dei casi)
- depressione maggiore (nel 17% dei casi)
- disturbo ossessivo- compulsivo ( nell’11% dei casi)
- disturbi da panico (nel 5% dei casi)
Sembra esserci anche una associazione tra fobia sociale e disordini di comportamento alimentare come l’anoressia e la bulimia. Da qui la necessità di una diagnosi precoce e di un trattamento terapeutico efficace.
Un TEST , basato sulla Scala di Liebowitz, consente di valutare la gravità della patologia mettendo in evidenza quali quali sono le situazioni critiche più frequenti, caratteristiche della fobia sociale.
Info e-mail emiespsosito@tiscali.it