Il viaggio dell’eroe

 

il-viaggio-delleroe-un-modello-per-leggere-e-generare-storie-25-638Emilio

a cura del prof. Emilio Esposito

tabella-archetipi_thumb

La metafora è un modo simbolico di trasferire immagini senza la mediazione del “come”, assolvendo così la funzione di rendere manifesto, paragonando qualcosa che non conosciamo ancora, con qualcosa che c’è già noto. Il potere evocativo sta nell’usare immagini che appartengono alla vita di tutti. Un altro degli effetti immediati, nell’uso della metafora, sta nel poter osservare uno stesso fenomeno da punti di vista diversi aprendo a nuove soluzioni.

La metafora ha il potere di inviare svariati messaggi, di ristrutturare e amplificare significati, di proporre soluzioni sorprendenti e magari anche un po’ magiche, inusitate che possono essere elaborate in modo soggettivo da chi ascolta. La dimensione metaforica è dominata dall’emotività, dalle sensazioni, dalle risonanze, dalle intuizioni in cui tutto è contemporaneamente una parte e un tutto.” Con la metafora si entra in un mondo in cui al posto della necessità, del vincolo e del dovere subentrano la possibilità, l’opportunità e la scelta…”(1).

Il “viaggio dell’eroe” ha una struttura metaforica, che affonda le sue radici nei miti e nelle leggende antiche, con una sequenza di avvenimenti ricorrenti (tappe o fasi) che ritroviamo in tutte le storie. Anche la vita di ciascuno di noi è paragonabile a un viaggio, un percorso scandito da tappe fondamentali, che è necessario saper riconoscere e affrontare per coronare con successo l’impegno profuso nel perseguirle.

Ma chi è l’Eroe?  L’Eroe nell’etimologia è chi è sapiente consapevole?, E autore abile nel dare le risposte (responsabile?), dotato di virtù eccezionali (risorse?),   autore di gesta leggendarie per sé e per il suo popolo;

ma è anche animato dall’Eros (energia? Visione? Sogno?) L’Eroe allora è una persona comune, chiamata a compiere gesti straordinari per raggiungere una meta (la conoscenza, un apprendimento, uno strumento…), per farlo deve affrontare resistenze interne ed esterne, richiamare risorse e superare dubbi e difficoltà. Nella struttura del viaggio dell’eroe ritroviamo una metafora generativa e potenziante, uno straordinario percorso di crescita interiore (coaching trasformativo), uno strumento di sviluppo personale da realizzare in ambiente coaching oriented.

Il viaggio (il percorso di coaching), le tappe (le singole sessioni), le difficoltà e i successi realizzati, insieme agli inevitabili alti e bassi (le convinzioni potenzianti e depotenzianti) rappresentano il cammino (il piano d’azione) che l’Eroe compie per raggiungere il suo risultato (meta finale), mettendo in campo nuove e sorprendenti azioni.

Si ravvisa una certa resistenza culturale alla “chiamata all’avventura”, resistenza che può essere superata riconducendo il mito dell’Eroe a colui/colei che si assume le responsabilità unicamente delle proprie azioni.

Una critica ricorrente al mito dell’eroe è che essa si presenta come una metafora di genere, a rafforzamento di un dominio maschile. Ma domina è femminile! E in questo dominare (il verbo mette al riparo da desinenze di genere) c’è assimilazione, comparazione, reciprocità ma anche individualità e scelta.

Nella storia dell’eroe c’è sempre un viaggio iniziatico. Le fasi del viaggio sono flessibili e descrivono il passaggio da un punto a un altro successivo, fino al raggiungimento dell’ultima fase.

LE FASI:

MONDO ORDINARIO: un mondo consueto, un mondo noto privo di colore, un mondo in bianco e nero.

CHIAMATA ALL’AVVENTURA: l’Eroe si trova davanti a un problema, a una sfida da intraprendere, non può più rimanere nella sua confortevole zona di tranquillità (zona Comfort.)

RIFIUTO DELLA CHIAMATA: l’Eroe è riluttante, adduce scuse, è ritroso, fa resistenza. Si trova davanti ad una delle paure più grandi: affrontare l’ignoto. Occorrono altri fattori per fargli superare la paura.

INCONTRO CON IL MENTORE: il rapporto tra l’Eroe e il Mentore serve a prepararlo ad affrontare l’ignoto anche ricorrendo a strumenti magici, indicazioni, guide.

SUPERAMENTO DELLA PRIMA SOGLIA: l’ingresso nel mondo straordinario, la prima tappa. E’ il momento in cui inizia l’avventura e l’eroe è pronto alle conseguenze poste dalle difficoltà e dalle sfide della chiamata.

PROVE, ALLEATI, NEMICI: superata la prima prova, l’Eroe si trova ad affrontare prove successive, a confrontarsi con nemici e alleati. Il mondo straordinario è insieme eccitante e pericoloso!

L’AVVICINAMENTO ALLA CAVERNA PIÙ PROFONDA: è la fase dell’avvicinamento. L’Eroe è ai confini di un luogo pericoloso. Questo momento rappresenta il passaggio attraverso la seconda soglia. L’Eroe si ferma e prepara nuove strategie che gli permetteranno di affrontare il profondo, lo sconosciuto, il pericolo e a eludere le guardie del cattivo.

PROVA CENTRALE: è questa la prova più importante, l’Eroe si trova a faccia a faccia, con la sua paura più grande. Sa, che in questa fase, potrebbe anche morire.

RICOMPENSA: il cattivo è stato sconfitto e con lui tutte le paure che avevano sostenuto la sfida. Ora è tempo di ricevere la ricompensa, il suo premio. La ricompensa rappresenta la conoscenza e l’esperienza che porta a una maggiore comprensione e a una riconciliazione con le forze ostili.

VIA DEL RITORNO: l’Eroe non è ancora fuori pericolo. Alcune forze ostili, non pacificate, potrebbero ancora rincorrerlo, farlo prigioniero, ucciderlo. Questa fase rappresenta la decisione dell’eroe di tornare nel mondo ordinario, non senza pericoli e nuove prove.

RITORNO CON L’ELISIR: L’eroe ritorna nel mondo ordinario portando con sé un tesoro, una lezione, un apprendimento che gli gioverà nelle scelte future. E’ un tesoro conquistato dopo una lunga ricerca e può essere l’amore, la libertà, la saggezza o la consapevolezza.

Le fasi, i termini e i concetti del viaggio dell’Eroe si prestano ad essere usati come metafora del viaggio compiuto nel mondo del coaching. Una mappa cui fare riferimento durante l’attraversamento. L’importante è non confondere la mappa con il viaggio e aprirsi al nuovo, senza dimenticare che il piacere di un viaggio sta nella preparazione dello stesso, nell’esplorare posti sconosciuti e nell’alzare gli occhi per fare inaspettate scoperte. Il viaggio metaforico dell’Eroe è un percorso alla scoperta di se stessi in un momento cruciale della vita in cui si è chiamati ad affrontare un grande cambiamento.

Un cammino che, attraverso l’evoluzione interiore, ci porta ad affrontare le difficoltà della vita anziché sfuggire dalle proprie responsabilità, imparando a riconoscere il nostro valore e a cogliere le opportunità che essa ci offre, raggiungendo i nostri obiettivi.

Un approccio quello descritto che si presta perfettamente ad essere sviluppato e proposto con la metodologia del coaching.

Ci sono tutti i presupporti necessari:

 

  • La sfida, un grande cambiamento professionale e/o personale.
  • L’obiettivo di miglioramento, il focus o la posta in gioco.
  • La scoperta delle proprie risorse e capacità.
  • La conoscenza di se stessi e delle proprie potenzialità.
  • Una nuova consapevolezza.
  • L’individuazione degli ostacoli e delle leve di superamento.
  • Nuovi comportamenti più funzionali al raggiungimento dell’obiettivo.

Lungo tutto il percorso il coach affianca, sostiene, facilita e favorisce il cambiamento, entrando ed uscendo dal gioco della metafora con la quale è possibile stimolare l’attivazione delle risorse creative del coachee. Tirar fuori tali risorse, enfatizzare le proprie capacità e le potenzialità di fronte agli ostacoli e alle difficoltà, portando all’azione è l’essenza della metodologia del coaching.

Il coach dovrà essere particolarmente abile a rendere chiara e viva l’ambientazione, (storica, mitologica o contemporanea che sia), in cui l’eroe opera ed agisce. Le emozioni, i pensieri e le riflessioni che saranno generate nella metafora dovranno essere riportate nel contesto di riferimento (professionale e/o personale) del coachee, affinché diventino azioni e comportamenti da tradurre in pratica.

Il viaggio dell’eroe può essere sia un percorso individuale che un cammino da compiere in gruppo dove il tema centrale della storia, l’obiettivo da raggiungere e lo scenario di riferimento, siano assegnati ad un gruppo di persone all’interno di un team di lavoro oppure comuni ad una classe di giovani studenti che condividono il medesimo percorso scolastico e formativo.

La struttura del viaggio, nelle sue diverse fasi, nelle prove da sostenere e nei personaggi che si susseguono, si presta perfettamente al coinvolgimento dei partecipanti in attività di gruppo di natura prevalentemente esperienziale e creativa. In tale ambientazione si potranno evidenziare particolari e significative dinamiche relazionali su cui soffermarsi ampiamente nei momenti di debrifing.

Il coach avrà la possibilità di cogliere spunti di riflessione e osservare i comportamenti attivati, restituendo feedback estremamente utili e costruttivi.

La scelta del mito come metafora ci aiuta a capire per analogia alcuni aspetti del nostro Io nascosto. Il mito non è finzione ma un modo per raggiungere una verità più profonda. E’ un modo per riflettere con il quale verifichiamo le nostre teorie e i nostri sentimenti riguardo alle qualità umane, per cercare di imparare.

Non necessariamente tutte le storie, come quelle contemporanee, sono mitologiche o hanno a che fare con la sfera del mito, ma possono condividere con essa la struttura, gli archetipi, il fascino e una certa atmosfera di mistero.

Spetta quindi al coach condurre l’eroe lungo un percorso nel quale egli cresce e cambia, passa da un modo di essere ad un altro: dalla disperazione alla speranza, dalla debolezza alla forza, dalla follia alla saggezza. Ognuno però deve essere l’assoluto protagonista del suo viaggio, interiore o nella sfera dei suoi rapporti, secondo il principio fondante della metodologia del coaching in base al quale il coach non si sostituisce mai alla persona con cui instaura una relazione di lavoro/allenamento.